William James
Originariamente presentate come le Conferenze Hibbert del 1908, Un universo pluralistico fornisce una spiegazione della filosofia conosciuta come 'empirismo radicale'.Questa teoria rifiuta la certezza dell’'assoluto', una dottrina accademica secondo cui tutta l’esistenza sarebbe soltanto la parte osservabile di un’entità onnicomprensiva che governa ogni dettaglio dell’universo.Al contrario, l’empirismo radicale sostiene che, pur essendo un tale assoluto possibile, esso non è dimostrabile all’interno delle esperienze delle nostre vite finite e, di conseguenza, ha scarso valore pratico.In modo simile alle teorie che James descrive nella sua opera fondamentale Pragmatismo, l’empirismo radicale valuta la verità di un’affermazione sulla base delle esperienze e delle osservazioni che possiamo effettivamente avere.Questa visione non esclude la religione, poiché la religione può essere direttamente esperita, anche se le persone possono differire su ciò che esattamente costituisca tale esperienza.Qualsiasi cosa possa essere esperita deve, per definizione, esistere e, quindi, può essere analizzata utilizzando l’empirismo radicale.Quando queste conferenze furono tenute, il consenso accademico era favorevole a qualche versione dell’assoluto. James dedica gran parte delle conferenze a discutere e a criticare le idee di altri filosofi, in particolare Hegel, Fechner e Bergson.Egli trova molto di valido in ciascuna delle opere che analizza, ma le ritiene tutte incomplete.